Concetti introduttivi sui frattali
IFS è l'acronimo di Iterated Function System,
sistema di funzioni iterate.
Il metodo IFS fu ideato da John
Hutchinson nel 1871, quindi sviluppato da Michael Barnsley.
ESEMPIO
Si applica ad un singolo punto una
trasformazione geometrica
contrattiva, scelta a caso fra un certo numero di trasformazioni. Il punto
ottenuto viene disegnato sullo schermo, e costituisce il nuovo punto di partenza
a cui applicare un'altra trasformazione, sempre scelta a caso fra lo stesso
gruppo.
Consideriamo la
funzione f(x)=0,25x+3. Si tratta di una funzione lineare, che trasforma segmenti
in segmenti. Il segmento di estremi 0 e 1, che ha lunghezza 1, viene trasformato nel segmento di estremi 3 e 3,25, che ha lunghezza 0,25. Quindi abbiamo a che fare con una trasformazione contrattiva. Applichiamo la funzione ad un punto a caso, quindi al numero che abbiamo ottenuto come risultato e così via. Vedremo che, dopo alcune iterazioni, arriveremo al valore 4, che è detto punto fisso, e questo indipendentemente dal punto di partenza. Notiamo espressamente che 4 è la soluzione dell'equazione x=0,25x+3. In altri termini l'iterazione sembra adatta a risolvere l'equazione x=f(x). |
Ci accorgiamo però
che questo risultato non è sempre valido: se ad esempio consideriamo la
funzione f(x)=3x-1, vediamo che questa ammette come punto fisso 1/2, che è la soluzione dell'equazione x=3x-1. |
Tuttavia, se proviamo ad applicare questa funzione in modo iterativo ad un numero, vediamo che, a meno che non introduciamo in ingresso proprio il numero 0.5, otteniamo sempre che i valori via via ottenuti divergono. La ragione è da ricercarsi nel fatto che la nostra funzione non è contrattiva: il segmento di estremi 0 e 1, che ha lunghezza 1, viene trasformato nel segmento di estremi 2 e 5, che ha lunghezza 3.
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Ma torniamo ai frattali. Si parte in questo caso dal frattale già formato e
se ne osservano le peculiarità. Nell'esempio del
triangolo di Sierpinski si nota
che esso è composto da tre triangoli, ognuno di lato metà di quello di partenza,
disposti, tanto per fissare le idee, uno in basso a sinistra, uno in basso a
destra, uno in alto.
Lo stesso schema peraltro si ripete su ognuno dei tre triangoli sopra
menzionati: possiamo allora immaginare la figura finale come sequenze di:
Questo metodo, sicuramente, rappresenta una importante novità. I metodi analizzati precedentemente sfruttavano l'applicazione ciclica di processi costruttivi abbastanza intuitivi: ad esempio il triangolo di Sierpinski si otteneva "asportando" successivamente parti del triangolo di partenza, mentre nel fiocco di Koch si "aggiungevano" di volta in volta triangolini. Il metodo
L-System
prevede la trasformazione ad ogni passo di tutti i lati già disegnati. Barnsley,
invece, pensò di partire da un punto e spostarlo, scegliendo a caso tra le
trasformazioni di base, in successive posizioni che, quasi per magia, si
rivelano appartenenti al frattale finale.
E' proprio magia? Ovviamente no. Si tratta invece di una importante conseguenza dell'autosimilarità. Questo fatto costituisce però anche un limite, infatti il metodo di Barnsley è applicabile solo a frattali autosimili
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Metodo L-System | | |
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