RICOMINCIA LA STORIA E CONOSCIAMO TARTALOGO

I cuccioli si affollano all'ingresso del labirinto. Tutti vogliono giocare, tutti si divertono. Quando si sono sfogati ben bene, l'orsetto Meo chiede al maestro Tartavoce di continuare a narrare la storia di Didina e dei suoi fratellini.
Allora il maestro riprende a narrare:
"Ricorderete che i piccoli fuggiaschi avevano appena conosciuto Tartantico, che si era offerto di aiutarli; egli era pronto a spiegare tutti i segreti del labirinto che dovevano attraversare indenni, ma il tempo stringeva. Le voci degli orchi si sentivano ormai chiaramente, Gatto Sfinge si leccava i baffi... gli orfanelli, disperati, tremavano di paura. Allora Tartantico decise di prestare ai coniglietti la sua prodigiosa invezione: Tartalogo.
-Miei cari - disse Tartantico ai coniglietti - seguite Tartalogo ed essa vi guiderà sulla giusta via. L'ho programmata io stesso con tutte le istruzioni necessarie, ed essa ricorda esattamente ognuna di esse. Buona fortuna! -
Tartalogo era una macchina a forma di tartaruga, ma tutta schematizzata", ci spiega Tartavoce, "capace di ripetere qualsiasi percorso che le si proponesse. Didina ed i suoi fratelli inizialmente si spaventarono, ma quando videro che Tartantico le aveva dato il via, ed essa, senza alcun tentennamento, si era avviata velocemente verso l'ingresso del labirinto, incalzati inoltre dagli orchi che ormai erano vicini, si lanciarono, in fila perfetta, al suo inseguimento. E in men che non si dica guadagnarono l'uscita del labirinto".

Tutti tiriamo un sospiro di sollievo tranne Pelé, il pellicano, che borbotta: "Ma non ci posso credere! Ma quale Tartalogo! Nell'antichità di sicuro non è mai esistita una macchina così anzi, per quanto ne so io, credo che non esista nemmeno al giorno d'oggi".

Il maestro non si scompone, ma tira fuori da un armadio proprio... una macchina a forma di tartaruga! Gli occhi sembrano tristi, sembra che aspetti qualcosa...
Per sicurezza, facciamo tutti un passo indietro.
"Ecco a voi Tartalogo:", come al solito Tartavoce fa apparire tutto naturale, " Ha una memoria di ferro, non si stanca mai e perciò realizza delle figure stupefacenti, molto al di là della vostra fantasia! Ce la siamo tramandata con grande cura e, naturalmente, l'abbiamo perfezionata..."
Restiamo tutti a bocca aperta, ma ecco intervenire Pelé, il pellicano: "Avanti su, facci vedere se sai uscire dal labirinto!", dice senza troppi complimenti a Tartalogo. Questa non dà segno di aver capito, e resta immobile al suo posto, senza cambiare nemmeno espressione. "Forse dovresti chiederle per favore...", bisbiglia Tappo tutto rosso come al solito. "Se è una macchina, dovrebbe avere un interruttore...", azzardo, mentre mi avvicino per cercare di metterla in moto.
"Tommi ha avuto un'ottima idea", sorride Tartavoce, "ma in realtà non c'è bisogno di interruttori. Sapete, solo utilizzando l'antico codice riusciremo a guidarla secondo la nostra volontà"
"Antico codice?", domanda Tappo tutto tremante, "ma io ho paura! E se risvegliamo qualche antico mostro? Poi chi ci salva?"
"Sei il solito fifone!", sbotta Pelé, "Codice, mago... la verità è che questo ferrovecchio non si muove!"
"Calma, calma!", Tartavoce rassicura tutti, "non c'è nessun antico mostro! Ma non sapete cosa è un codice? Se non ci fossero i codici, non potremmo nemmeno comunicare fra di noi, nemmeno giocare... saremmo del tutto privi di orientamento! Ed ora ve lo dimostrerò"."
Torniamo verso la classe.


Stampa questa pagina
©2003 www.webfract.it