TARTAVOCE RACCONTA

Alza la mano l'orsetto. "Ci avevi promesso un bel racconto, maestro Tartavoce!"
L'orsetto manifesta la sua delusione dondolandosi e facendo ruzzolare i cagnolini che gli stanno seduti accanto. Questi reagiscono mettendosi a mordicchiarlo.
"La storia, vogliamo la storia!", gridano in coro i cuccioli, ma appena il maestro si volta, tutti si ricompongono in rispettoso silenzio.
"Ma ho già iniziato, caro Meo", risponde Tartavoce indicando la lavagna, "questi segni, così pochi e così potenti, permisero a Didina e ai suoi fratelli, tanto tempo fa, di sfuggire ad un grave pericolo e di fondare la nostra valle. Didina promise allora di tramandare ai posteri la loro conoscenza. E' per questo che siamo qui".

Meo si accomoda meglio abbracciando i cagnolini. "Didina e i suoi fratelli? Li avevo sentiti nominare..."
"Certo, è grazie a loro se abitiamo in questa valle", riprende il maestro, "anche se devo ammettere che sono stati aiutati", sorride, "ma andiamo con ordine."


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